Esperienze di una cooperativa equo solidale

C’ è apparsa molto interessante questa lunga intervista rivolta a cooperativa Pangea/Niente Troppo a Roma e provincia e per questo ne proponiamo uno stralcio.

Entriamo nelle vostre botteghe per raccontare una vostra giornata tipo… 

Pangea/Niente Troppo è una cooperativa sociale che gestisce sei botteghe del mondo in territori differenti e con modalità gestionali differenti. Per questo, a seconda del contesto, la giornata tipo può differire notevolmente. Ad esempio, le botteghe di Monterotondo e di Passo Corese, le ultime due nate, sono interamente gestite da volontari. Elemento cruciale, quindi, è il ruolo di aggregazione sociale per il territorio. La bottega di via di Ripetta (foto), invece, richiede evidentemente una gestione più professionalizzata, che mira a intercettare persone sino ad ora magari distanti dal commercio equo e solidale o i tanti turisti di passaggio a Roma, con il fine di far conoscere la nostra proposta alternativa e muovere dei volumi importanti per i nostri produttori. Questi esempi di botteghe evidenziano chiaramente come le nostre giornate tipo possano differire molto, a seconda dei casi. Ciò che non cambia è che con accenti e modi differenti, per noi fare commercio equo significa portare avanti un’attività economica e gestire un punto vendita nel quale proporre azioni quotidiane e concrete per un altro mondo possibile.

Come vivete il rapporto sostenibilità economica e dimensione politico sociale della vostra esperienza?

Le due dimensioni sono strettamente connesse. A nostro avviso la peculiarità del commercio equo e solidale e l’innovazione che questa proposta di economia alternativa ha portato qualche decennio fa è stata proprio mettere insieme sostenibilità economica e dimensione politica. Non c’è critica più forte di una proposta alternativa, dicevamo tanti anni fa. Oggi potremmo aggiungere: non c’è alternativa più forte di una proposta che funzioni. Per questo, la sostenibilità economica del nostro lavoro dà forza alla dimensione politica della proposta di produzione e consumo alternativi.

Il fatto ad esempio che ad oggi Pangea/Niente Troppo, da gruppo di soli volontari, dia anche lavoro a quindici persone rafforza notevolmente la credibilità del messaggio di un’economia diversa che proponiamo. Certo, ci pone di fronte in maniera più forte la questione della sostenibilità, perché vi è la responsabilità di uomini e donne che da questa sostenibilità vedono dipendere la loro possibilità di reddito. Ma questo è il mondo reale, quello a cui dobbiamo parlare.

Voi siete una realtà storica che lavora da anni sul commercio equo, cosa significa per voi la relazione con il territorio e che tipo di territorio è quello dove operate?

Come già detto operando su territori differenti, le realtà sono variegate. Ovviamente per le nostre Botteghe “storiche” l’integrazione nel territorio è molto forte. La bottega di via Cinigiano, ad esempio, nel corso del tempo ha sviluppato relazioni e collaborazioni con le diverse espressioni della società civile presenti nell’area: associazioni culturali e ambientali, cooperative sociali, partiti politici…, divenendo un vero e proprio punto di riferimento per il pensiero e la pratica solidale nel proprio territorio.

Quali progetti portate avanti nelle botteghe?

Pangea/Niente Troppo promuove il commercio equo e solidale, quindi tutti i progetti legati agli artigiani e contadini partner del Sud del mondo, attraverso i prodotti presenti sugli scaffali delle nostre Botteghe. Da qualche anno, seguiamo inoltre un progetto di importazione dalla Repubblica Democratica del Congo che ci permette un contatto diretto con gli artigiani marginalizzati di questo difficile paese. La cooperativa, inoltre, è da sempre attiva sul lato culturale ed educativo, attraverso la gestione di progetti europei, la produzione di materiali, le attività nelle scuole, l’organizzazione di eventi e iniziative pubbliche. Sosteniamo, poi, numerose campagne come quella per l’acqua pubblica, la campagna Io.Equo promossa da Altromercato per un’agricoltura sostenibile e contro le speculazioni finanziarie sul cibo, la campagna Avevate Ragione Voi promossa da Agices. Infine, non meno importante, Pangea/Niente Troppo promuove iniziative di finanza solidale e il progetto Servizi solidali, con l’obiettivo di diffondere il commercio equo e solidale fuori dalle botteghe, cioè macchinette per il caffè, vendite a negozi tradizionali, servizio di catering, regalistica aziendale, bomboniere e liste nozze…

Più in generale come valutate lo stato di salute del movimento del commercio equo?

Il momento economico non è facile per chiunque ma è indubbio che il settore del commercio equo e solidale, pur avvertendola, abbia sentito meno la crisi rispetto ad altri comparti. Ciò non dipende solo da una questione di nicchia protetta, ma anche dal fatto che la crisi ha svelato i meccanismi perversi della finanziarizzazione dell’economia e gli effetti di un modello di sviluppo svincolato dall’economia reale, dall’etica, dai beni relazionali e dal bene comune. Pertanto, anche da questo punto di vista, la situazione macro economica offre spazi di protagonismo politico-sociale del movimento del commercio equo e solidale.

Per chi è interessato aleggere tutta l’intervista può cliccare qui

Questa voce è stata pubblicata in bottega del mondo, Economia e contrassegnata con , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento